Era convinto che fosse stata la luce della città ad avergli permesso di sopportare il dolore. Gai Bebi Myrisme nacque schiavo ma ottenne la libertà e, come liberto, accumulò una grande fortuna, arrivando a essere nominato seviro augustale. Proprio quando la vita gli sorrideva, una malattia gli portò via la sua amata. Un’iscrizione, ora incrostata in una parete della Parte Alta della città ci ricorda il suo amore: ”Fabia Saturnina, la sposa migliore”.
Tarraco era una piccola grande Roma, una città portuaria, aperta al Mediterraneo, dove si parlavano molte lingue, con un clima particolarmente gradevole; cioè, un buon posto in cui vivere e prosperare. Questo è, ancora adesso, lo spirito della città. Camminando per le strade e piazze della città medievale o contemplando gli orizzonti davanti al Mare Nostrum, è possibile rivivere la città gradevole e benefattrice che ha guarito un imperatore: Augusto.
La luce dorata di Tarraco